Salone del libro di Torino 2017: il mio tour

In questo mio resoconto circa il mio giro al Salone del libro di Torino, dico subito che lascerò fuori ogni cenno politico o polemico.
Gente molto più informata di me circa le controversie dell’Associazione italiana editori ha già speso fiumi di inchiostro e lettere digitali sull’argomento. Quindi, se state cercando l’ennesima penna a favore di Torino su Milano – o viceversa – beh, potete anche smettere di leggere perché rimarrete delusi.

Il mio tour

Veniamo a noi. Ho partecipato al Salone sabato 20, nel pomeriggio. Un tempo limitato, che mi ha privato della maggior parte delle attività che volevo provare. Ma pazienza, meglio di niente.
Personalmente mi approccio a questo genere di iniziativa con animo leggero, come farebbe un’amante dei vestiti all’outlet di Serravalle. Perché andare a queste fiere, deve essere un piacere, un divertimento, e deve appagarmi.
Partecipo per vero amore dei libri.

E mi ha emozionato più di ogni altra cosa, più dei tanti interessantissimi eventi e delle belle parole di autori e organizzatori, vedere che non ero la sola. Che non ero solo io a rallegrarmi per le copertine curate di quella nuova edizione, a sorprendermi per aver trovato quel classico dimenticato, a esaltarmi per aver scovato un editore che non conoscevo.
Mi ha reso estremamente felice scoprire che nonostante le allarmanti statistiche che rincorrono sui giornali circa un drastico calo di lettori italiani, tanti giovani erano lì tra gli stand a sfogliare libri, ad attendere ore per un autografo del loro autore preferito, o per acquistarne una copia. Zaini stracarichi di libri sulle spalle di ragazzini: un’immagine meravigliosa!
(Bravi, fate spendere i vostri genitori! Io ora devo sborsarli da me i soldi e non ne ho mai abbastanza per i libri che voglio!)

Certo, al Salone il merito di aver dedicato e puntato molto sui giovani e sui bambini. Erano molte le scolaresche in giro tra gli stand, magari a spendere uno dei buoni assegnati loro dalla Regione Piemonte. Tanti anche gli spazi dedicati ai più piccoli con attività ludiche e la presenza di educatori.
Oltre che per me medesima, ho speso una follia in stupendi libri per i miei nipotini, che si stanno avvicinando ora alla lettura. Illustrati, scritti in maiuscolo, con tanti contenuti multimediali: un mondo a sé che mi ha stupito. Ai miei tempi (e non sono nemmeno tanti anni fa) non c’erano.
Spero di poter condividere presto una visita al Salone con loro, magari l’anno prossimo…

Invece, da amante del fantastico ammetto che avevo il secondo fine di sbriciare il panorama editoriale che cura questo genere. Oltre ai grandi, che non mi hanno deluso – in testa Fanucci Editore che mi ha incantato con i libri di H.G. Wells – sono venuta in contatto con un paio di realtà più piccole che portano avanti un catalogo interessante.
Di due di queste mi sono accaparrata un libro per ciascuna, dopo averne parlato direttamente con gli autori: “Ostilium, La porta dei demoni” di Stefano Mancini edito da Dark Zone edizioni, e “La principessa sbagliata” di Ester Trasforini edito da Gainsworth.
Entrambi gentili, competenti ed emozionati a presentare il proprio lavoro in prima persona mi hanno convinto a fidarmi.
Leggerò entrambi i libri al più presto, ma ve ne parlerò in altra sede, promesso.

Insomma, se dalle mie parole non si era ancora capito, io al Salone del libro di Torino ho fatto un grande shopping e basta. Circondata da gente con la mia stessa passione, accompagnata da qualcuno che spero impari ad amare la letteratura ancora un po’ di più.
Che dire, un pomeriggio speso bene in ottima compagnia.
Un pomeriggio che spero di rivivere l’anno prossimo.

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