Sogni, speranze e tappeti volanti
I tappeti sono quelli della città di Mostar, in Bosnia Herzegovina. Ammiccano ai turisti dai bazar strapieni, promettendo miracoli a buon mercato.
Abbiamo tutti bisogno di miracoli. Abbiamo tutti bisogno di magia.
E tutti, nessuna eccezione, abbiamo bisogno di credere in qualcosa. Sogni d’altri, speranze mascherate da sguardi passivi. Che si tratti di guadagno facile, di un successo ottenuto senza sforzo, di un traguardo raggiunto senza averne qualifiche né talento; è facile diventare preda dei mercanti d’illusioni.
La fantasia ne è formidabile avversario. Permette di raggiungere menti e cuori, di piantare idee racchiuse in bozzoli di storie immaginifiche.
Eppure, la letteratura fantastica è da tempo malata – vecchia, stanca, noiosa alle volte. Come se la spinta ideale che ne ha determinato la nascita si sia esaurita.
Certo, eccezion fatta per poche perle che, come un faro nella notte illuminano i nostri cuori dagli scaffali delle nostre librerie.
In questo clima fatto di cliché rassegnati, storie tutte uguali che si impegnano a negare la propria finalità educativa, si può fare qualcosa di diverso senza peccare di superbia e di arroganza, o senza ricadere nell’emulazione?
Noi crediamo di sì, ma è necessario discuterne, capire qual è la chiave di volta per poter tornare a sognare come una volta.
Ci siamo ripromesse di sviscerare la questione nel corso dei nostri prossimi interventi…
Se possibile, con il vostro aiuto e i vostri commenti.
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