“Creature dell’assenza”: la nostra novella ne “i Tardigradi” di Eris Edizioni!
La nuova collana di racconti lunghi di Eris Edizioni “I Tardigradi – Nuova biblioteca del fantastico” (curatela di Sonny Partipilo) deve il suo nome a una creaturina fuori dal comune, dalla resilienza inaspettata, in grado di mettere in crisi il nostro senso comune. Simbolo azzeccato per una collana che si prefigge di “minare la narrazione ordinaria del reale” mediante il fantastico e il meraviglioso.
La nostra avventura con Eris Edizioni comincia in un raro momento di quiete durante il Salone del Libro di Torino, nell’autunno 2021. Tra una chiacchiera e un saccheggio dello stand (abbiamo sempre avuto un debole per i Saggi Pop!), i ragazzi ci hanno allungato una misteriosa busta di carta: la descrizione del progetto di collana, corredato da caramelle e gomma da masticare. Insomma, è stato amore a prima vista!
Ci siamo messe immediatamente all’opera, e a febbraio avevamo pronto un manoscritto da sottoporre. Il resto è storia; una storia che speriamo prosegua ancora a lungo. Dopotutto, Eris Edizioni è una realtà editoriale con cui sentiamo molta affinità, proprio perché coniuga temi come rappresentazione e inclusività con una vera passione per il fantastico. Chissà, questo potrebbe essere solo l’inizio di un lungo sodalizio…
A un anno dal termine della guerra nel paese di Preko in Croazia, due donne fanno i conti con le rispettive perdite. E’ l’estate del 1996. L’anziana Petra e sua nipote Marina si trovano a gestire i propri lutti tramite l’aiuto inaspettato di una creatura dall’aspetto di bambina: Jadranka, incarnazione dell’assenza. Un delicato realismo magico per raccontare il vissuto storico e personale più doloroso.
Una storia che viene da lontano
Se la stesura di “L’assenza” è stata rapida per i nostri standard, lo dobbiamo alla storia su cui questo racconto si è andato a innestare. La genesi di questo manoscritto, infatti, è intimamente legata al nostro percorso di scrittura.
Nella torrida estate del 2013 (di cui ricordo solo infinite sessioni di polarografia con elettrodo a mercurio gocciolante), con l’incoscienza dell’età, decidemmo di partecipare al concorso di Feltrinelli “Il Mio Esordio”. Mancavano un paio di mesi alla scadenza, e in mano non avevamo nemmeno uno straccio di idea: ma si sa, niente aguzza l’ingegno come una scadenza disperata, ed ecco quindi nascere “Acquerello”. Non vincemmo il concorso, ma superammo la prima selezione.
Qualche tempo dopo, “Acquerello” venne opzionato da una piccola casa editrice. Ma avremmo dovuto modificare il finale per lasciare spazio a una storia d’amore, e passammo oltre.
Poi fu la volta di un agente letterario, che decise che il nostro racconto di fate-bambine doveva essere meno fantastico, e più affine a capolavori del realismo come “I ragazzi della Via Pal”. Nell’indecisione sulle modifiche lasciammo trascorrere troppo tempo, e l’occasione ci sfuggì di mano.
A fronte di consigli così variegati, incapaci di prendere una decisione che ci soddisfacesse, chiudemmo “Acquerello” in un cassetto in attesa di tempi migliori. O peggiori, in questo caso: riaprendo il cassetto a distanza di un decennio, ci parve finalmente chiaro che quella che avevamo tra le mani non era una storia d’amore, e nemmeno uno squarcio realista sull’infanzia. Era una storia sul lutto.
Quello che resta
Del vecchio “Acquerello” non rimane che qualche frase all’interno del manoscritto attuale, ma gli episodi sono rimasti quasi invariati… Per quanto possano esserlo ricordi d’infanzia attraverso la lente distorcente di distanza e malinconia. Il tempo è accelerato bruscamente nella Croazia del dopoguerra, la frenesia di una crescita incontrollata ha modellato il paesaggio e ridefinito i rapporti.
In qualche punto però il passato resiste. Se visiterete mai Preko speriamo che potrete osservare il paese con gli occhi di Marina, come è e come era: il monastero benedettino su Skoljic, la strada interna che passa accanto a qualche orto, la vecchia pensione dell’azienda Elektra. Ogni anno un frammento scompare: come l’edicola di Sant’Antonio, spostata per fare spazio a un albergo stellato.
Anche quello per il mondo che cambia è un piccolo lutto.
Esistono tanti lutti quante persone, e forse persino qualcuno di più. Alcuni di essi non hanno nome, ed è a questi che abbiamo voluto rendere dignità e omaggio. A tutte le assenze che costellano le nostre vite, quelle comprese e quelle taciute; quelle esibite e quelle socialmente inaccettabili, quelle grandi e quelle minuscole. Sono tutte importanti. Tutte hanno scavato un buco.
Ma si sa, la natura aborre il vuoto. E persino quei buchi devono essere riempiti con qualcosa…
Dove acquistarlo
“Creature dell’assenza” è disponibile in preodine su Amazon e negli altri store online.
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