Ricette letterarie: una tazza di kamra

“The fact is that Echo, from time immemorial, has been inhabited by magicians. I suspect that all Echo natives are magicians, to some degree. Luckily, exactly one-hundred fifteen years before my arrival here, the ancient rivalry between the innumerable Orders of Magicians ended in the triumph of the Order of the Seven-Leaf Clover and King Gurig VII. Since then, citizens of Echo are permitted to indulge in only the simplest kinds of magic, mainly of a medicinal or culinary nature. For instance, magic is used in the preparation of kamra, a substance that serves as the local alternative to tea or coffee, and is intolerably bitter without some magic to ease the effect.”

Frei, Max. The Stranger: The Labyrinths of Echo: Book One (Labyrinths of Echo 1)

I romanzi della serie “The Stranger”, raccontati in prima persona dall’autore Max Frei (dietro cui si nasconde l’autrice ucraina Svetlana Yuryevna Martynchik) sono esattamente quello che considero un guilty pleasure. Rappresentano infatti tutto ciò contro cui combattiamo su queste pagine: un protagonista bianco cis-het unanimemente considerato un genio, cameratismo un po’ maschilista, donne non pervenute (ad eccezione dell’interesse amoroso e della figura materna).

Però…

Però le storie di “The Stranger” sono talmente sopra le righe, talmente assurde, fantasmagoriche – che da quando ho incontrato Max Frei ne sono diventata dipendente. Eh sì, perché questo protagonista vive oltre il limite dell’assurdo. Le sue avventure sono così surreali che non si può fare a meno di ridere di questa macchietta gonfiata dalla penna della sua autrice fino ad esplodere.

Max vive una vita noiosa e monotona, senza riuscire a trovare il suo posto nel mondo: è un nottambulo con un senso dell’humor discutibile, un sognatore che preferisce i luoghi visitati dal suo letto che quelli che deve abitare da sveglio. Finchè in sogno non accetta un’offerta di lavoro, e viene trasferito “Come un raviolo prelevato da una zuppa” nel meraviglioso quanto assurdo Mondo di Echo. Qui Max diventa parte di una squadra governativa votata alla risoluzione di crimini magici, con il ruolo di killer occasionale.

Nel corso del primo romanzo, Max diventa un vampiro per ventiquattrore, poi inizia a sputare veleno. Scoprire quale nuova pazzia comparirà nel capitolo successivo è sicuramente una chiave del successo dell’opera. Ma per me è un innegabile piacere vicariale vivere l’allegra vita d’ufficio di Max, in un mondo in cui il capo ti manda a casa presto e ti regala continui giorni di ferie. E le riunioni di lavoro si fanno al pub preferito, di fronte a una tazza di kamra bollente.

Una tazza di kamra (da “The Stranger: The Labyriths of Echo”)

Ingredienti:
1 tazza di latte intero (in alternativa, 1/2 tazza di latte di cocco e 1/2 tazza di latte di mandorla non zuccherati)
1/4 di cucchiaino di curcuma in polvere
1/4 di cucchiaino di zenzero in polvere
1/4 di cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaio di miele
2 cucchiai di Cointreau

Preparazione:

Versate il latte in un pentolino dal fondo spesso.
Aggiungete tutti gli ingredienti al latte e scaldate fino a bollore, mescolando con un cucchiaio di legno per evitare che il fondo attacchi.
Rimuovete la bevanda dal fuoco e versate in una tazza. Se possibile, montate il latte con un frullino per ottenere una schiuma color oro.

Una ricetta facile facile per approcciare l’autunno, perfetta per accompagnare una fetta di torta margherita!

Come sempre sul nostro profilo Instagram nelle stories potrete trovare gli step fotografici della ricetta. Siamo curiose di sapere se proverete la ricetta, in quel caso, condividetela con l’hashtag #ricetteletterarie così non la perderemo!

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