Ordinare e catalogare: il vizio dei bibliofili

L’amore per i libri, come ogni tipo di innamoramento, ha i propri rituali, tempi e modi. Al desiderio di trascorrere più tempo con la persona amata spesso si supplisce trattenendo qualche suo cimelio; l’amore per i libri spesso si traduce nella ricerca disperata di un tomo mancante, e si trae gioia dal suo solo possesso. Poi ci sono le relazioni che finiscono, i romanzi che si spostano in cantina e poi sulle bancarelle dell’usato.

La relazione con i miei libri è sempre stata molto personale. Per anni ho scritto le mie iniziali sulla prima pagina bianca, per lasciare un segno indelebile, un tatuaggio con un nome e una data, sulla sua pelle. Questa arroganza che desidera appropriarsi di un pezzo di eternità è uno dei grandi peccati del bibliofilo. L’altro è la catalogazione, cioè il desiderio di avere ogni oggetto del suo amore a portata di mano.

Ordinare e catalogare sono attività spesso associate ai cambi di stagione, ai traslochi e alle rotture dolorose. La disposizione degli oggetti in un’abitazione dice molto sulla mente del suo proprietario; la disposizione dei libri in una biblioteca dice anche troppo. Innanzitutto, quali romanzi occupano le prime file? Quali sono stati nascosti negli angoli? Quali hanno le costole rovinate dall’uso? I gusti cambiano anche in modo sostanziale (per esempio, sono ormai entrata in quella strana fase nella mia esistenza che mi spinge a tenere Tolstoj vicino e relegare Rowling alla cantina), sebbene certe predilezioni restino per tutta la vita (Ursula K. Le Guin occupa e occuperà sempre lo stesso posto, in centro e ad altezza occhi); come si conciliano queste tendenze opposte in una biblioteca?

Ovviamente esistono innumerevoli metodi di catalogazione. Ho trascorso gran parte della mia infanzia nella locale biblioteca, aiutando la bibliotecaria di paese a riassegnare i volumi resi alla propria posizione (sì, anche questo è amore), quindi le modalità che mi sono più note sono quelle formali. Sarà per questo che i romanzi della mia stanza erano ordinati per genere e in ordine alfabetico, in un lungo elenco gelosamente custodito in forma di foglio Excel?

Jacques Bonnet, nel suo allegro libretto “I fantasmi delle biblioteche” dedica al processo della catalogazione un divertente capitolo.

Tempo fa Georges Perec ha tentato con molto coraggio di elencare i possibili criteri di schedatura:

  • Alfabetico;
  • Per continente o paese;
  • Per colore;
  • Per data di acquisto;
  • Per data di pubblicazione;
  • Per formato;
  • Per genere;
  • Per grandi periodi letterari;
  • Per lingua;
  • Per priorità di lettura;
  • Per rilegatura;
  • Per collane.

(…) Molti autori sembrano provare un piacere perverso nello sfidare qualunque sistema di catalogazione. Altrettanto innumerevoli sono le opere “inclassificabili”. (…) In realtà la soluzione che suggerisco – un’idiozia, perché chi possiede un’immensa biblioteca ha già il suo criterio di catalogazione e gli altri non sanno che farsene! – è una combinazione di diversi criteri unita a una grande elasticità nei confronti delle regole adottate. Lo stesso principio, del resto, può essere esteso alla vita in generale!

Tuttavia, persino in circostanze ottimali possono subentrare problematiche che nulla hanno a che fare con le categorie sopracitate. In questo caso catalogare diventa ancora più difficile. Per esempio:

Talvolta però la realtà umana interferisce nei modi più impensati con le regole di classificazione. Christian Galantaris, per esempio, cita il regolamento di una biblioteca inglese del 1863: “La perfetta padrona di casa provvederà acciocché le opere degli uomini e quelle delle donne per decenza siano tenute separate e poste su scaffali lontani. La loro vicinanza è innammissibile a meno che gli autori non siano sposati”. (…) Con Alberto Ruy Sànchez (Nueve veces el asombro), si compie un altro passo avanti nell’intimità che può esistere tra due libri vicini sulla mensola: “Inoltre si dice che se di notte si lasciano fianco a fianco, in certe sezioni molto gradevoli della biblioteca di Mogador, due libri con qualche affinità, al mattino se ne trovino tre…”

Insomma, questa storia d’amore con il romanzo non riesce a essere monogama! Inutile lasciare marchi, firme e ordinare come più ci aggrada. Chi può dire cosa facciano quei mascalzoni nel cuore della notte, lontano dai nostri occhi di innamorati lettori?

 

TITOLO: I fantasmi delle biblioteche

AUTORE: Jacques Bonnet
Traduzione di Roberta Ferrara

EDITORE: Sellerio editore Palermo

 

 

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