Le malattie del libro

È trascorso oltre un anno da che un brutto temporale, unito a pessime idee architettoniche, hanno causato un prolungato allagamento del mio scantinato. Negli armadi al suo interno erano conservati libri e documenti ben imballati in carte e cartoni che, ovviamente, non hanno retto il prolungato contatto con l’acqua. Quando finalmente abbiamo trovato il coraggio di esaminare quegli scaffali, è iniziata la conta dei danni – e quella dei volumi da mandare al macero.

Chiunque possegga dei libri, che li ami o li abbia semplicemente ricevuti in eredità, prima o poi deve scontrarsi con il problema della loro conservazione. I supporti in cui registriamo la nostra memoria, singola e collettiva, sono straordinariamente fragili; e la carta, tuttora il mezzo più comune, soffre di tante malattie quante un organismo vivo.

Libro antico e moderno a confronto

Di più: la carta moderna è più fragile di quello antica. Se la carta antica era creata a partire da stracci e fibre tessili con alto contenuto di cellulosa, l’aumento vertiginoso della domanda a partire dal 1800 diffonde l’utilizzo di impasti di legno, paglia e cereali. Le carte moderne, derivate dalla pasta legno, necessitano di trattamenti molto aggressivi per creare un prodotto adeguato alle richieste di mercato (una carta bianca e liscia, che metta in risalto il testo), che lo espongono a problemi di conservazione. 

Le malattie del libro: troppi punti deboli

Non soltanto i materiali usati per la creazione della carta, l’intera filiera produttiva prevede rischi concreti per la salute del tomo. Per esempio, la rilegatura introduce punti deboli lungo la spina del libro attraverso l’uso di fili o colle. Le colle a base di PVA sono irreversibili, mentre le paste adesive a base di amido sono solubili in acqua, ma diventano nutrimento per insetti e muffe. Alle fragilità intrinseche della carta, legate all’uso di sostanze chimiche che allontanino gli elementi incrostanti dalla cellulosa oppure agli agenti sbiancanti, si uniscono quelle dovute a non ottimali condizioni di conservazione. Infatti, una volta che il libro è sopravvissuto fino alla nostra libreria, nuovi pericoli sono in agguato.

Fonti luminose e radiazioni

Sole, lampade a incandescenza o tubi fluorescenti emettono radiazioni a diversa frequenza, ma quelle che interessano il degrado della carta sono infrarossi, luce visibile e raggi UV. Queste radiazioni ad elevata energia vengono assorbite dalla lignina contenuta nella carta e causano reazioni di degradazione quali ossidazione e idrolisi. Il risultato è un visibile ingiallimento della carta chiamato “bruciatura da acido”.

Troppo secco e troppo umido

La carta ha natura igroscopica, cioè tende ad assorbire le molecole d’acqua presenti nell’atmosfera. In particolare, l’assorbimento avviene in tre diverse fasi:

  • Assorbimento colloidale: per percentuali di acqua nelle fibre inferiori al 4%;
  • Imbibizione: quando il liquido viene assorbito in mezzo alle catene di cellulosa come acqua libera (4-30%);
  • Assorbimento capillare: in cui la percentuale di acqua può raggiungere il 200%.

Il danno è causato dall’insinuarsi delle molecole di acqua tra i legami che uniscono le molecole di cellulosa, indebolendoli fino a spezzarli. Il risultato è un rigonfiamento del foglio, che perde in elasticità.

In alternativa, un ambiente troppo secco può rimuovere anche le molecole d’acqua naturalmente presenti nella carta. Di conseguenza, le fibre di cellulosa si irrigidiscono e il foglio si spezza più facilmente.

Inquinamento e agenti biologici

Fioritura

Temperature superiori ai 25°C, umidità sopra il 60% e limitata circolazione dell’aria sono le condizioni ideali per la proliferazione di muffe e funghi. Il danno causato da questi agenti biologici è sia diretto – per esempio, l’apparizione di aree, macchie e puntinature di colore bruno-rossastro chiamata “fioritura” – che indiretto, perché alcuni batteri producono pigmenti colorati che vanno a depositarsi sulla pagina.

Inquinanti atmosferici quali ossidi di zolfo e azoto sono responsabili della formazione di acidi che accelerano i processi di degradazione della carta. Il particolato urbano, le PM10 e altri nemici della nostra salute, causano danni dovuti a sfregamento meccanico.

Che speranza per il bibliofilo?

Il deterioramento della carta è un problema che conosce bene chi lavora in archivi e biblioteche, ma coinvolge tutti i proprietari di libri e documenti cartacei. Ingiallimento, comparsa di macchie, assottigliamento delle pagine; sono solo alcune delle malattie del libro più frequenti. Esse sono dovute a errate condizioni di conservazione, quali esposizione a radiazioni, umidità e temperatura eccessive. 

Tuttavia, noi bibliofili non dobbiamo disperare: la carta di buona qualità, se conservata adeguatamente (basse temperature, umidità del 30-40%), può vivere oltre cent’anni… E la gran parte delle malattie del libro, se diagnosticata in tempo, può essere efficacemente curata. Prima regola di Moedisia: i libri non si buttano!

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.