La verità di Corrag: Susan Fletcher racconta la strega di Glencoe

Tra le strette vallate delle Highlands scozzesi, regioni selvatiche e disabitate, una spicca per tra tutte, perché teatro di vicende storiche e immaginarie. Si tratta del glen (vallata di origine glaciale) del Glencoe, chiamata anche “valle di lacrime”. Questo tetro nomignolo deriva dal massacro che vi fu compiuto nel lontano 1692, e che l’autrice Susan Fletcher ha magistralmente raccontato nel suo romanzo ‘Corrag’ (nella traduzione italiana “La verità di Corrag“).

When they come for me, I will think of the end of the northern ridge, for that’s where I was happiest – with the skies and wind, and the mountains being dark with moss, or dark with the shadows of a cloud moving across them. I will think of how it is when part of a mountain brightens very suddenly, so it is like that rock is chosen by the sun – marked out by sunshine from all the other rocks. It will shine, and then grow dark again. And I’ll stand with my skirt blowing, make my way home. I will have that sunlit rock in me. I will keep it safe.

L’ambientazione storica

Da lettrice italiana, non conoscevo le vicende storiche riportate nel romanzo, e sebbene questo non mi abbia impedito di godere delle ariose descrizioni di paesaggi lunari e dello sguardo limpido con cui la giovane protagonista accoglie le bellezze selvatiche del suo mondo, di certo avrei apprezzato qualche nota. Ecco quindi un piccolo excusus storico per il lettore che si avvicinasse al romanzo di Susan Fletcher.

Nei giorni di Corrag, la Scozia era nettamente divisa tra Lowlands e Highlands, poiché i secondi avevano giurato fedeltà a Giacomo II d’Inghilterra, invece che a Guglielmo III d’Inghilterra. Nonostante svariate rivolte dei giacobiti delle Highlands per portare sul trono Giacomo, i clan furono definitivamente sconfitti nel 1690 (battaglia di Cromdale). Il 27 agosto 1691, Guglielmo III offriva dunque a tutti i clan delle Highlands un perdono generale per aver preso parte alle rivolte giacobite, a patto che gli prestassero un giuramento di fedeltà di fronte a un magistrato entro l’1 gennaio 1692. Dopo aver tergiversato, perché convinto di poter tornare un giorno a essere sovrano in Inghilterra, Giacomo II permetteva ai suoi sudditi di prestare giuramento.

Al ricevere questo messaggio dal loro sovrano, alcuni capi-clan giurarono, mentre altri continuarono a temporeggiare. Uno di questi era Alastair MacIain XII, capo-clan dei MacDonalds di Glencoe, il cui giuramento tardò di tre giorni la scadenza prevista, a causa di un inverno particolarmente rigido. Mentre MacIain tornava a Glencoe, convinto di aver compito il proprio dovere e di non dover temere alcuna rappresaglia da parte della corona, si metteva invece in moto il piano per una rappresaglia che cancellasse il clan dei MacDonalds dalla faccia della Scozia.

Agli inizi di febbraio giungevano a Glencoe 120 soldati, sotto il comando del capitano Robert Campbell, e ricevevano dai clan la tradizionale ospitalità delle Highlands. Gli uomini vennero infatti ospitati nelle case dei locali, dividendone il cibo e il focolare.

Ciononostante, il 12 febbraio del 1692, Campbell riceveva l’ordine di passare a fil di spada tutti i MacDonalds di Glencoe di età inferiore ai 70 anni. Alastair Maclaine venne ucciso mentre cercava di alzarsi dal letto, ma i suoi figli e sua moglie riuscirono a fuggire. Complessivamente vennero uccise trentotto persone, o nelle loro abitazioni o mentre cercavano di fuggire. Il massacro fu meno cruento di quanto potesse aspettarsi perché diversi membri delle compagnie cercarono di avvertire le loro future vittime, o scelsero l’insubordinazione piuttosto che eseguire un simile ordine. Secondo la legge scozzese, l’omicidio a tradimento veniva infatti considerato il più vile di tutti – ma nessuno dei responsabili fu mai condannato per il massacro di Glencoe.

Corrag, la strega del Glencoe

Si dice che, in quei giorni, a Glencoe abitasse una strega. Il suo nome era Corrag, che in scozzese significa “dito”. Poco prima del massacro, fu vista lavare i suoi abiti presso il guado del fiume, piangendo. Aveva tentato di avvertire MacIain dell’imminente massacro, ma il suo monito era rimasto inascoltato. La notte del 12 febbraio, la trascorse tra le montagne, incurante del freddo – e quando finalmente scese a valle, fu la prima testimone di quanto era accaduto. Facendosi strada tra le fiamme e i corpi senza vita, si dice che entrò nella casa di Alaistair MacIain e prese la sua spada. La gettò nel fiume, dicendo: «Fintanto che questa lama giacerà indisturbata, nessun abitante di questa valle sarà mai passato a fil di spada.»

E davvero, nessun abitante di Glencoe morì in alcuna delle grandi battaglie dei secoli successivi, né a Waterloo né a Balaclava; fino a che nel 1916 una vecchia spada non venne estratta dal fondale del loch. Il giorno seguente, sette uomini di Glencoe furono uccisi nella terribile Battaglia della Somme, sul fronte occidentale della prima guerra mondiale. La spada fu resa alle acque del lago, e il sonno di Corrag sull’isola di Eilean Munde non fu più turbato.

You look sadly at me. Why sadly? Look what I found. Look where I lived, and where I called home. Go to Glencoe. Stand among its peaks, and you will understand – what a gift it was, to live there. What a gift, to follow those cows. I had milk, and a fire, and a deerskin to sleep upon. And if I called out my name the rocks gave it back to me.

Non lasciatevi ingannare dalla copertina: “La verità di Corrag” non è un romanzo d’amore. A meno che con “romanzo d’amore” non si intenda una storia in cui all’infatuazione romantica viene dato poco spazio, a favore di uno sguardo realmente innamorato del reale. Per questa ragione, il romanzo è piuttosto dedicato a cui si avvicina per la prima volta agli incantevoli paesaggi scozzesi, o a chi sente il bisogno di un contatto più stretto con il mondo naturale.

TITOLO: La verità di Corrag

AUTORE: Susan Fletcher
Traduzione di M. G. Bosetti

EDITORE: Mondadori

La verità di Corrag - Susan Fletcher
La verità di Corrag – Susan Fletcher

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