Birthday party in stile Studio Ghibli

Mi è stato detto, qualche tempo fa, che nascere a febbraio è triste: perché è un mese ancora freddo (e quindi niente feste “degne di nota”) e per gli eventi degli ultimi anni (vedi Covid-19 e guerra Ucraina-Russia). Se sull’ultimo punto non posso dir nulla, di molto ho da dire sul primo!
Fieramente nata a fine febbraio, ho quasi sempre festeggiato in costume, complice la vicinanza al Carnevale, se non addirittura la concomitanza. Alla faccia delle feste “sottotono”!
Sono molti i party a tema che negli anni ho organizzato e che continuo e continuerò a proporre ai miei ospiti.

Quest’anno il filo conduttore sono state le opere del maestro Miyazaki, ossia i film dello Studio Ghibli.
Da “Il mio vicino Totoro” a “Ponyo sulla scogliera”, “Il castello errante di Howl”, “Porco Rosso”, “La città incantata”…
Un tema dalle vibes cozy, necessarie in questo periodo un po’ complicato della mia (nostra) vita, che sta subendo cambiamenti, svolte improvvise e che prevede tanto, tanto lavoro.

La cucina incantata

Ho ideato un menù che abbracciasse diversi film, che fosse confortevole come lo è sempre il cibo nell’estetica di Miyazaki. Perché il cibo ha un ruolo ben preciso nei suoi lavori. Non è un elemento inserito semplicemente per colorare una scena, o per riempire un momento di vuoto. Viene inserito come elemento di Worldbuilding (ad esempio in “Nausicaa nella Valle del Vento” o in “La principessa Mononoke,” sono piatti semplici, minimalisti, come pretendono l’ambientazione e il messaggio che veicola la narrazione).

Oppure per creare un legame tra due personaggi, come le uova e bacon cucinati sulla fiamma di Calcifer che sono il primo contatto tra Howl e Sophie e la prima volta in cui Howl smette di scappare alle responsabilità e cucina un pasto caldo per gli altri. Anche il ramen di “Ponyo sulla scogliera” è un punto di contatto. In questo caso tra due mondi, quello della piccola Ponyo, appena uscita dal mare e quello terreno di Sōsuke. Ponyo è estasiata e curiosa di conoscere questo nuovo mondo, e il cibo è il primo elemento estraneo con cui interagisce e che l’avvicina ad esso.

Ne “La città incantata” il cibo e il suo consumo sono simbolo del capitalismo e moneta di scambio (vedi la salamandra fritta). I genitori di Chihiro vengono puniti e trasformati in maiali per la loro ingordigia; Senza Faccia elargisce oro a chi gli porta più cibo da ingurgitare, senza freni, senza gusto. Ma è anche elemento di appartenenza: la protagonista deve mangiare qualcosa del mondo degli spiriti se vuole far parte di esso e non svanire.

Se tutto questo vi affascina, come affascina noi, vi consiglio la lettura del saggio-ricettario “La cucina incantata – Le ricette tratte dai film di Hayao Miyazaki” di Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua, edito da Trenta Editore per scoprire tutti i piatti presenti nei film dello Studio Ghibli e il loro significato.

Ma ora, eccovi il menù, come mera suggestione se vi andasse di provare questa esperienza per il vostro prossimo party:

Party in stile Studio Ghibli

Onigiri da “La città incantata”
Tempura di gamberi di Kamagi da “La città incantata”
Ramen da “Ponyo sulla scogliera”
Sformato di zucca e aringhe da “Kiki consegne a domicilio”
Biscotti nerini del buio da “Il mio vicino Totoro”
Torta al cioccolato da “Kiki consegne a domicilio”

Per i bambini: Spaghetti con polpette al sugo da “Lupin III e il castello di Cagliostro”.

Presto troverete un bel video aestetic sui nostri canali social e, soprattutto, i nostri costumi a tema!

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