“Oltre lo Specchio”: intervista al direttore artistico Stefano Locati
Come vi abbiamo già anticipato nel precedente articolo, dal 5 al 12 giugno si terrà a Milano la prima edizione di “Oltre lo Specchio” – Festival dell’Immaginario Fantastico e della Fantascienza. Sempre in quell’articolo troverete alcune dritte per destreggiarvi nel loro fittissimo programma.
Oggi, invece, vogliamo condividete con voi la chiacchierata fatta con Stefano Locati, il direttore artistico di “Oltre lo Specchio” che ci racconta un po’ l’idea dietro al festival e le sue particolarità.
1. Buongiorno Stefano. Conosciamoci un po’ meglio. A che età ti sei imbattuto nel fantastico?
Mi ci sono imbattuto fin da piccolo, in realtà, con la letteratura. Ho iniziato con le solite cose, ormai forse anche un po’ banali per gli amanti del genere, come Tolkien. A 10 anni ho anche iniziato a giocar di ruolo a D&D.
Poi i miei interessi si sono approfonditi sempre di più e poco dopo ho iniziato ad appassionarmi anche alla fantascienza con autori classici come Philip K. Dick, Frederick Pohl, e autori più recenti come Greg Egan.
Il passo verso il cinema è stato breve e lì si è aperto un mondo, non solo di film occidentali ma anche orientali. Ho una passione per i film cinesi e giapponesi dove ci sono tante belle pellicole a cui attingere.
2. Il programma che avete stilato per il festival è ricco di eventi, molti anche collaterali al mondo del cinema. Qual è l’idea dietro al vostro progetto?
L’idea di fondo è che in Italia ci sono molti festival dedicati al cinema e non volevamo fare la solita cosa. Chiaramente non abbiamo la pretesa di inventare nulla di straordinariamente nuovo. Però non volevamo neppure fare solo un festival di cinema.
Questa era l’idea principale: cercare di unire più campi e più media possibili con un’idea comune che è quella del fantastico e della fantascienza. Anzi, meglio dire che il filo conduttore è l’immaginazione e l’immaginario, e tutto ciò che si distacca dalla quotidianità e dalla realtà.
3. Pur non dimenticando fenomeni di massa quali “Il trono di spade” e blockbuster statunitensi, il vostro programma da spazio a voci nuove e un po’ esotiche. Quali sono stati i criteri per la scelta dei film che saranno proiettati durante il festival?
Volevamo proporre uno sguardo sul fantastico e sulla fantascienza di tutto il mondo. Certo, ci sono una buona parte di film che provengono dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra. Ma uno dei punti fondamentali del festival era proprio di non renderlo una succursale dell’immaginario statunitense e anglofono – che poi hanno comunque una grande importanza e influenza su tutto.
Però ci sono validissimi film anche arrivano dall’America latina, film asiatici e addirittura un abbiamo selezionato un cortometraggio che arriva dalla Nuova Zelanda.
Purtroppo nel programma non c’è nulla che viene dall’Africa… Non è facile andare a recuperare queste pellicole o spunti da tutti i continenti.
Tutto questo non per spuntare delle caselle ma proprio perché ci sono delle cose interessanti in tutto il mondo e ci tenevamo a proporre un quadro il più completo possibile.
4. Puoi dirci due parole sul film di apertura, The Knight of Shadows: Between Yin and Yang di Vash con protagonista Jackie Chan? Rappresenta bene i criteri di selezione che ci hai appena spiegato.
Il film The Knight of Shadows è un esempio abbastanza tipico di come intendono il fantasy in Cina, che guarda alla loro storia tradizionale di fantasmi e di spettri. Il fatto poi che vi fosse un attore riconosciuto a livello internazionale come Jackie Chan ci ha convinto a sceglierlo come film d’apertura del festival.
E’ un film pensato per le famiglie per cui adatto a uno sguardo più innocente (quello dei bambini) ma anche più adulto per via degli effetti speciali. In Cina hanno un modo molto diverso dagli Usa di stupire il pubblico: non è importante il fotorealismo degli effetti speciali ma un’idea di stupore che deve effettivamente sorprendere. Invece può capitare che con la minuziosità statunitense si perda la sensazione di stupore.
5. Una domanda – anzi due – sugli eventi collaterali del vostro programma. Abbiamo notato delle interessantissime tavole rotonde. Da appassionate, ci ha incuriosito quella su Ursula K. Le Guin e la sci-fi al femminile. Da dove nasce l’idea?
Devo dire che quello sulla fantascienza al femminile è un tema legato a un mio interesse particolare. Uno dei libri che ho amato di più nell’età dell’adolescenze è stato “La soglia” di Ursula K. Le Guin e da quel momento ho letto tutto quello che mi capitava sotto mano di suo. Quando ho visto che era stato prodotto un documentario su di lei, selezionarlo per il festival è stato naturale.
Mi sembrava bello e interessante capire cosa è successo dopo di lei nella letteratura fantascientifica. Perché prima di lei (e poche altre scrittrici) la fantascienza era considerata un genere in mano agli uomini ma poi sono cambiate le cose.
Legare la visione del documentario a quello che è successo dopo di lei mi sembrava interessante. Il tentativo è quello di inserire in un discorso che vuole rimanere popolare delle tematiche che portino a scoprire qualcosa poco conosciuto, di meno immediato.
Lo stesso discorso vale allora per la discussione in programma sulle “città del futuro”?
Quella era un’altra delle idee che ci sono venute immediatamente quando abbiamo capito di poter portare il festival a Milano. Io abito a Milano e la vivo tutti i giorni, ma anche da fuori è visibile come la città si rinnovi abbastanza spesso dal punto di vista dell’urbanistica, sopratutto rispetto ad altre città.
Siamo a Milano, parliamo delle città future. Ci siamo detti: “Il cinema ha immaginato le città del futuro nei modi più disparati. Le persone che si occupano quotidianamente di progettare le città del futuro sono state influenzate dalle immagini del cinema fantastico e di fantascienza?”
Da lì è nata l’idea di mettere a confronto professionisti (docenti universitari, architetti etc.) e il punto di vista dei ragazzi, dei critici de’ I 400 calci che hanno una prospettiva diversa, che punta a divertire ma sempre con letture interessanti. Insomma, due approcci diversi e vedere che ne esce.
6. Ultima domanda: visionando e selezionando così tanti film, hai notato un trend futuro? Che cinema fantastico ci attende nel prossimo futuro?
Il paniere a cui attingere è veramente immenso. Sia tra i film che abbiamo selezionato, sia tra quelli scartati per i motivi più disparati i temi trattati sono diversi e quasi infiniti.
Però in molti film c’è una tendenza ai mondi paralleli e alla moltiplicazione delle prospettive nella mente dei personaggi oppure i loop temporali. Sono tematiche che ritornano molto spesso, anche se trattate sempre in maniera diversa.
Non è una novità certo, però è una moda che sta tornando e lo sta facendo in diversi paesi.
La nostra intervista a Stefano Locati, direttore artistico di “Oltre lo Specchio” finisce qui. Lo ringraziamo nuovamente per la disponibilità a rispondere alle nostre domande e la gentilezza per averci dedicato il suo tempo in questi giorni frenetici.
Se non fosse chiaro, amanti del fantastico e non solo, vi invitiamo a partecipare a questo interessante evento il più numerosi possibili!
Noi stiamo già aspettando l’apertura del festival e sappiamo già a quali eventi partecipare.
Poi vi narreremo com’è andata! Stay tuned!
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