Premi letterari per la narrativa di genere
Una premessa polemica per un articolo poco polemico: in genere i premi letterari non mi interessano. O meglio, la scelta del mio prossimo libro da leggere è assolutamente slegata dalla sua posizione nelle classifiche locali, nazionali o mondiali. Tuttavia esistono alcuni riconoscimenti che nel tempo hanno iniziato a rappresentare per me una specie di garanzia di qualità, perché premiavano la gran parte dei miei libri preferiti.
Il panorama della narrativa fantastica e fantascientifica, lo sappiamo, è estremamente ampio. E nonostante la scrittura di genere sia spesso guardata con diffidenza, è del tutto naturale che negli anni sia sorta una pletora di premi ad essa dedicati. Wikipedia ne elenca ben sessantacinque, ma molti di essi non esistono più.
Cosa premiano questi riconoscimenti? Ce n’è per tutti i gusti.
I Mythopoetic Awards sono conferiti dalla Mythopetic Society agli autori di lavori d’eccellenza nell’ambito della mitologia, del fantasy, e dello studio accademico di questi. Tra le opere vincitrici delle varie sezioni troviamo ad esempio “Racconti Incompiuti” (J. R. R. Tolkien, 1981), “Stardust” (Neil Gaiman e Charles Vess, 1999), “Jonathan Strange e il Signor Norrel” (2005, Susanna Clarke), “Un Cappello Pieno di Stelle” (Terry Pratchett, 2005), “La Trilogia di Bartimaeus” (Jonathan Stroud, 2006).
I Science Fiction & Fantasy Translation Awards, che premiano romanzi di fantasy e fantascienza tradotti verso l’inglese, hanno avuto la loro ultima edizione nel 2014. Il premio era conferito sia all’autore dell’opera che al traduttore. I lavori vincenti erano stati tradotti da arabo, cinese, polacco, francese, danese, spagnolo, giapponese, croato, svedese e ungherese. Se, come me, avete notato l’assenza della bella lingua italiana, un giro nella sezione Nominated del concorso vi rassicurerà: nel 2011 erano stati candidati Dino Buzzati con Il Colombre e Luigi Ugolini con The Vegetable Man. Nessun compatriota compare nel 2010.
Se pensate che la situazione appaia diversa per riconoscimenti di carattere più ampio, non illudetevi. Almeno a livello di riconoscimento internazionale, la nostra narrativa nasce e muore in Italia. E per un ottimo motivo: i premi più illustri non prendono in considerazione che opere scritte o tradotte in lingua inglese; e la selezione è parte di un processo di nomina da parte di membri della giuria finale. Mi riferisco qui a tre premi soprattutto: World Fantasy Awards, Hugo Awards e Nebula Awards.
I World Fantasy Awards sono organizzati annualmente dalla World Fantasy Convention e premiano il migliore romanzo di science fiction pubblicato nell’anno precedente. Le opere sono nominate dai partecipanti alla conferenza annuale e i giudici sono a loro volta scrittori di fantasy.
Gli Hugo Awards sono organizzati dalla World Science Fiction Society e vengono attribuiti alla migliore opera di fantasy o fantascienza pubblicata in lingua inglese nell’anno precedente. In questo caso hanno diritto di nomina i membri e i partecipanti alla World Science Fiction Convention.
Per finire, i Nebula Awards sono dati dall’associazione no-profit Science Fiction and Fantasy Writers of America alla migliore opera di fantasy o fantascienza pubblicata negli Stati Uniti in lingua inglese (o tradotta). Le opere sono nominate da autori membri dell’associazione. La particolare struttura di questi premi fa in modo che un romanzo possa essere premiato con Hugo e Nebula Awards contemporaneamente, cosa che si è verificata piuttosto spesso, per esempio: “La Mano Sinistra delle Tenebre” (U. K. Le Guin, 1970), “American Gods” (Neil Gaiman, 2002), “Coraline” (Neil Gaiman, 2003), “L’Uomo Bicentenario” (Isac Asimov, 1977).
Non c’è dunque speranza per autori che non scrivono in lingua inglese?
Come esistono premi per autori finlandesi (Tähtifantasia Award, Tähtivaeltaja Award), francesi (Prix Apollo Award) o nipponici (Seiun Award) la lista ne presenta due in Italia.
Da una parte abbiamo il Premio Omelas, dedicato a racconti di fantascienza incentrati sul tema dei diritti umani (purtroppo attivo solo dal 2001 al 2003). Dall’altra il Premio Asimov, il cui obbiettivo è però quello di premiare le migliori opere di divulgazione scientifica edite in Italia. Per quanto importante e onorevole sia questa iniziativa, non ha nulla a che fare con la narrativa fantastica.
L’assenza di premi dedicati a romanzi di genere può sembrare irrilevante per sé, ma è sintomo di un sentimento radicato nel nostro Paese: l’idea che opere di fantasia non appartengano a pieno titolo alla letteratura. Ebbene, tocca a noi scrittori scardinare questi pregiudizi, una parola alla volta.
Leave a Reply