Società patriarcali e la loro onnipresenza nel fantastico
La creazione di mondi secondari passa inevitabilmente dalla creazione di strutture sociali per le persone che li andranno ad abitare. Le loro peculiarità rappresentano molto più che uno sfondo rispetto a cui gestire le azioni dei singoli; spesso le società diventano infatti fonti di conflitto, intersecandosi con gli sviluppi della trama (basti pensare alle distopie).
Solitamente, i vari mondi secondari del fantastico tendono a riproporre strutture sociali facilmente riconoscibili, perché gli schemi di ragionamento, l’etica condivisa e gli obiettivi dellə protagonistə siano familiari a chi legge. Di conseguenza, i romanzi fantasy e fantascientifici ripropongono in modo quasi invariabile modelli di società patriarcali.
Oltre il conflitto persona-società
Il fatto che il fantasy riproponga continuamente società patriarcali può apparire ovvio nelle numerose storie che raccontano i tentativi di eroine di ribaltare i valori della società che le tiene in stato di subordinazione (p.es. “Le impure”, “Le streghe in eterno”). È però con maggiori difficoltà che riconosciamo la forma di controllo patriarcale in romanzi che non mettono in scena in modo esplicito il conflitto persona-società.
Le risorse più facilmente disponibili in rete perpetrano una visione semplicistica del patriarcato, identificandolo esclusivamente rispetto al suo trattamento della donna: per esempio, l’articolo “Choosing to Build a Non-Patriarchal Fantasy World” sottolinea che un sistema patriarcale sia uno in cui:
- le donne sono subordinate agli uomini,
- devono sposarsi,
- non possono avvalersi della legge, possedere beni o svolgere determinati lavori (tra cui il combattimento),
- in cui il valore delle donne risieda nella capacità di procreare.
Sebbene questo non sia di per sé errato, manca di sottolineare che il patriarcato è una forma di oppressione sistematica e trasversale, che pur partendo dal controllo del corpo delle donne colpisce ogni minoranza e gli uomini stessi; e che la sua ideologia plasma il nostro sguardo sulla Storia, ha indirizzato il nostro sviluppo economico, e tuttora decide le nostre modalità di gestione del conflitto.
Le società patriarcali: una pesante eredità sul nostro immaginario
In altre parole: ogni storia in cui a fronteggiarsi sono due eserciti, in cui esiste il concetto di proprietà privata (e quindi di furto), e in cui la sessualità femminile è in qualche misura regolamentata sta presentando una società patriarcale.
Riguardo al primo punto, non intendo dire che ogni società violenta sia di conseguenza una società patriarcale. Si tratta, però, di società che mettono abilità combattente e uso della forza piuttosto in alto nella propria gerarchia di valori. Ed è stato ampiamente dimostrato che le società patriarcali sono inclini a investire le proprie risorse in forme di violenza istituzionalizzata, creando eserciti di professionisti della guerra e glorificandone l’operato. Di contro, società non patriarcali (che sì, esistono) mostrano invece forme di violenza che coinvolgono piccoli gruppi, motivate da tensioni personali irrisolte, e che si risolvono con minimi spargimenti di sangue (gli etnologi parlano di faide).
La relazione tra patriarcato e proprietà privata è meno evidente, se non per quanto concerne il lungo divieto per le donne di ereditare, o di possedere il frutto del proprio lavoro. Tuttavia, alcuni studiosi fanno risalire la nascita del patriarcato proprio all’imporsi della proprietà privata su un’economia di distribuzione del surplus, con la conseguente nascita di classi sociali. Se le cose stessero così, ne deriverebbe che il capitalismo di oggi è diretta conseguenza del sistema patriarcale – di cui effettivamente ripropone la struttura piramidale, basata sull’oppressione sistematica di chi si trova al di sotto. Pertanto, anche la presenza di un sistema capitalista in un mondo secondario sarebbe indizio di una società di stampo patriarcale, per il semplice fatto che non siamo a conoscenza di società di natura differente in cui si ripresenti questo schema economico.
Società patriarcali e società progressiste
Alla luce di quanto descritto sopra, appare evidente che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono società patriarcali anche quelle presentate come progressiste… persino se il valore delle donne è equiparato a quello degli uomini e non sono presenti evidenti forme di discriminazione. È il caso di romanzi come “Il Priorato dell’Albero delle Arance” di S. Shannon, che normalizzano la presenza di donne a svolgere qualsiasi mansione e impegnare ogni grado di potere: vale la pena sottolineare che mettere in scena una società più egualitaria non comporta la sparizione delle possibilità di conflitto (elemento di cui ogni storia ha bisogno per progredire). Lo spiega bene l’autrice E.J. Beaton in questa intervista.
In her article on the fantasy heroine, Jane Tolmie notes that female characters often distinguish themselves in fantasy stories by suffering and fighting oppression: “Motifs of rape, domestic abuse, forced marriage and other forms of gender-based oppression and violence are markedly interlaced within contemporary fantasy novels” Summing it up, Tolmie states that “patriarchy itself serves as the female adventure” in fantasy and provides the criteria that “define extraordinary women.”
Un arco di trasformazione di successo può coinvolgere una personaggia senza che sul suo percorso subentrino gli elementi tipici dell’oppressione patriarcale (abbiamo portato un esempio in questo articolo).
Gender equality fiction
Riconoscere tuttavia che anche queste storie stiano rappresentando società patriarcali non intende svilirne il valore: sono utili e necessarie. Tuttavia, da un punto di vista critico è indispensabile metterle in prospettiva, chiarendo che non rappresentano il punto di arrivo della lotta femminista, ma i suoi, per così dire, requisiti minimi.
Goodreads non è forse la fonte più appropriata per individuare dei trend, ma l’esistenza della sezione Gender Equality Fiction fa quantomeno sospettare una maggiore consapevolezza riguardo alle diverse società presentate dalla letteratura fantastica; sebbene la scelta dei titoli per abitare la sezione denoti una discreta confusione.
Nel prossimo articolo di questa serie andrò quindi ad analizzare romanzi che si sono distinti per la loro capacità di rappresentare società radicalmente differenti dalla nostra, per dimostrare che il modello patriarcale non sia l’unico a disposizione del nostro immaginario: stay tuned!
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