Storie d’amore e di frontiera

“Questo è il romanzo perfetto” mi ha detto qualche mese fa il mio mentore, “perché non se ne conosce l’autore”. 

Soprassedendo sulla difficile questione della perfezione di una storia senza autore, il libro in questione è risultato essere “Ali e Nino”, di tale Kurban Said. Il grande interesse suscitato dalla paternità dell’opera, ovvero da chi si nasconda dietro l’evidente pseudonimo, ha radici nazionaliste ed esula dal (anzi, l’intera polemica gli nuoce apertamente) contenuto del romanzo. Tuttavia, il fatto che l’edizione in mio possesso riporti una lunga prefazione di Giampiero Bellingeri che è una ricerca ossessiva dei legami esistenti tra protagonisti del racconto e della vicenda reale mi obbliga in qualche misura a spendere qualche parola sull’argomento.

Il libro viene pubblicato a Vienna in lingua tedesca nel 1970, ma un’edizione in lingua italiana appare già nel 1944, con autore tale Mohammed Essad Bey (nome d’arte di Lev Nussimbaum) e titolo “Ali ed Erika”. L’identificazione di Essad Bey con Kurban Said trova il suo principale sostenitore nello studioso Tom Reiss. Altri ricercatori sostengono che dietro Essad Bey si celi lo scrittore azerì Yusuf Vazir Chamanzaminli. La critica è unanime solo nel considerare “Ali e Nino” il capolavoro letterario dell’Azerbaijan.

Il racconto segue le vicende di Ali Khan Shirvanshir, discendente di una famiglia nobile musulmana, e del suo amore per Nino Kipiani, principessina georgiana (e quindi cristiana). Sullo sfondo si staglia la città di Baku agli albori della rivoluzione bolscevica e della prima guerra mondiale; ultimo baluardo dell’Oriente verso l’Occidente (o ultima città europea prima dell’Asia?). Il conflitto è soprattutto uno scontro tra valori: tradizione e modernità, vecchio e nuovo, Europa e Asia, Islam e Cristianesimo, maschile e femminile.

Forse perché la narrativa cui siamo esposti è essenzialmente europocentrica, il mondo che scopriamo attraverso gli occhi di Ali Shirvanshir ci sembra quasi alieno. Siamo dall’altra parte della frontiera, e se è vero che la Storia la fanno i vincitori questa potrebbe essere l’ultima risata degli sconfitti:

«A nord, sud e ovest l’Europa è circondata dai mari. Il Mar Polare Artico, il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico delineano i confini naturali di questo continente. L’estremo limite settentrionale dell’Europa per la scienza costituito dall’isola di Magerøy, quello meridionale dall’isola di Creta e quello occidentale dall’arcipelago di Dunmore Head. Il confine orientale dell’Europa passa attraverso l’impero russo lungo gli Urali, e attraversa il Mar Caspio per percorrere poi la Transcaucasia. Qui la scienza non ha ancora detto l’ultima parola. Mentre alcuni studiosi ritengono che il territorio a sud della catena montuosa del Caucaso appartenenza all’Asia, altri credono, soprattutto tenendo conto dello sviluppo culturale della Transcaucasia, di dover considerare anche questa terra come Europa. Dipende dunque, in un certo senso, da voi, ragazzi miei, se la nostra città debba appartenere all’Europa progressista o all’Asia arretrata.»

Il professore rise compiaciuto. (…) Per un attimo tacemmo tutti, noi trenta maomettani, i quattro armeni, i due polacchi, i tre protestanti e il russo. Poi alzò la mano Mehmed Haidar, che occupava l’ultimo banco, e disse:

«Professore, con permesso, preferiamo rimanere in Asia.»

(…) Il professor Sanin tacque indispettito. Era suo dovere fare dei suoi allievi dei buoni europei.

«Qualcuno di voi è stato per esempio a Berlino?» chiese all’improvviso.

Quello era il suo giorno sfortunato: il protestante Majkov alzò la mano e confessò di esserci stato da piccolo. Riusciva ancora a ricordarsi molto bene di una metropolitana umida e sinistra, di un treno rumoroso e di un panino al prosciutto preparato da sua madre.

Rischieremmo di cadere nell’eccesso opposto, l’orientalismo, se non sopraggiungesse – brillante, famigliare – la voce dell’europea Nino.

Aisha camminava tenendosi per mano Nino Kipiani, e Nino Kipiani era la ragazza più bella del mondo. Quando raccontai loro della mia disputa geografica, la ragazza più bella del mondo arricciò il più bel naso del mondo e disse: «Ali Khan, sei proprio scemo. Grazie a Dio siamo in Europa. Se fossimo in Asia da un bel pezzo sarei costretta a portare il velo, e tu non mi potresti vedere.»

Queste due voci si incontrano, si scontrano, si sovrappongono e dipingono un mondo in equilibrio instabile (ma forse che gli equilibri non sono, per loro natura, fluidi?). Le due facce della frontiera. Citando dal saggio “On the frontier” in “The wave of the mind” di Ursula K. Le Guin:

The front side, the yang side, the side that calls itself the frontier, that’s where you boldly go where no one has gone before, rushing forward like a stormfront, like a battlefront. Nothing before you is real. It is empty space. (…) The other side of the frontier, the yin side: that’s where you live. You always lived there. It’s all around you, it’s always been. It is the real world, the true and certain world, full of reality. (…) If there are frontiers between the civilized and the barbaric, between the meaningful and the unmeaning, they are not lines on a map nor are they regions of the earth. They are boundaries of the mind alone.

[ Il fronte, la regione yang, la parte che si denomina “la frontiera”, è il luogo dove ti rechi spavaldo, dove nessuno è mai stato prima, spingendoti avanti come una tempesta, come una battaglia. Nulla di fronte a te è reale. È spazio vuoto. (…) L’altro lato della frontiera, il lato yin: questo è dove vivi. Hai sempre vissuto qui. È tutto intorno a te, lo è sempre stato. È il mondo reale, il mondo vero e certo, pieno di realtà. (…) Se ci sono frontiere tra civiltà e barbarie, tra il significante e l’insignificante, esse non sono linee su una mappa o regioni di terra. Esse sono limiti della mente soltanto. ]

Ed è per questo che abbiamo bisogno di più storie provenienti dall’altra parte.

 

TITOLO: Ali e Nino – Una storia d’amore 

AUTORE: Kurban Said
Traduzione di Magdalena M. Rasmus; Prefazione di Giampiero Bellingeri

EDITORE: Imprimatur editore

 

TITOLO: The wave in the mind – Talks and Essays on the Writer, the Reader, and the Imagination

AUTRICE: Ursula K. Le Guin

EDITORE: Shambhala publications

 

 

 

 

 

 

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